“… Nulla in Italia è più antico di Benevento, che secondo le leggende locali fu fondata o da Diomede o da Ausone, un figlio di Ulisse e Circe. Essa fu senza dubbio un’antica città ausonica, fondata lungo tempo prima della conquista sannita di questa parte d’Italia. Pur tuttavia è come di una città sannitica che per primo sentiamo parlare di essa, ed è allora una fortezza così poderosa che sia nella prima che nella seconda guerra Sannita, Roma non ardisce attaccarla. Nella terza guerra sannitica cadde nelle sue mani…”
Così scriveva Edward Hutton nel 1958. (in Naples and Campania revisited, London, Hollis and Carter, 1958; riportato in “Benevento nei ricordi dei viaggiatori italiani e stranieri” di Aniello Gentile, Società Editrice Napoletana, 1982, edito con il patrocinio del Comune di Benevento). In effetti le prime testimonianze storiche sulla città risalgono al periodo delle guerre sannitiche, durante le quali Benevento, appunto, era città forte e potente, tanto da scoraggiare l’attacco da parte dei Romani. Nel 275 a. C. i Romani al comando del console Manlio Curio Dentato vi sconfissero il re dell’Epiro, Pirro e, da qui, l’antico nome di Maleventum venne tramutato in quello di Beneventum per testimoniare il bonus eventus della vittoria. Nel 268 a.c. i Romani vi stabiliscono una loro colonia.
Aspramente contesa durante le guerre puniche, ottenne lo status di municipio dopo la guerra sociale (86 a. C.). Numerosi monumenti ricordano la grandezza di Benevento durante il periodo romano. Collocata sulla Via Appia, che collegava Roma a Brindisi, divenne ben presto un nodo importante nei traffici commerciali tra Roma e l’Oriente. A testimoniare tale importanza strategica è il Ponte Leproso costruito, appunto, sul persorso della Via Appia. Anche l’Arco di Traiano (114 a.c.) è collocato, sul percorso della Via Appia, rivolto ad Est, per accogliere l’imperatore che tornava vittorioso dalle sue spedizioni in Oriente.
Non meno significativa la grandiosità del Teatro Romano (II-II sec.) che poteva ospitare 10.000 spettatori. Segno che Benevento era una città florida e popolata da meritare, e d’altra parte permettersi, un teatro così ampio. Nel Medioevo fu disputata tra Goti e Bizantini. Subì la distruzione delle proprie mura da parte di Totila e divenne capoluogo dell’omonimo ducato nel 571 creato dai Longobardi che, sotto la guida di Zottone, avevano conquistato la città.
Al periodo longobardo risale la chiesa del monastero femminile benedettino di S. Sofia (fondata da Gisulfo II e completata nel 762 da Arechi II, primo principe longobardo) e l’attiguo Chiostro, con archi a ferro di cavallo e capitelli scolpiti. Il Duomo, in stile romanico, a cinque navate, è famoso per le sue porte, esempio mirabile della scultura romanica meridionale. Il Ducato Longobardo durò circa 5 secoli e, morto Landolfo VI (1077), la città passò sotto il dominio pontificio che, pur con qualche interruzione, si protrasse per quasi otto secoli. La città fu saccheggiata da Federico II nel 1229 e nel 1241; nel 1266 vi si svolse la celebre battaglia tra Manfredi e Carlo d’Angiò il quale restituì Benevento alla Chiesa. Ceduta in feudo da Callisto III a Pietro Ludovico Borgia e da Alessandro VI al figlio Giovanni (1497), Benevento fu travagliata da lotte intestine fino al 1530, quando fu sottoscritto un atto di pace.
Uno spaventoso terremoto, nel 1688, distrusse quasi completamente la città che venne ricostruita con enormi sacrifici, anche grazie all’intervento economico del Cardinale Vincenzo M.Orsini, divenuto poi Papa con il nome di Benedetto XIII. Benevento fu occupata da Ferdinando IV di Borbone dal 1768 al 1774. Aderì nel 1799 alla Repubblica Partenopea in seguito a un moto popolare. Nel 1806 divenne possesso di Napoleone, che istituì un principato ponendovi a capo il Talleyrand. Dopo il Congresso di Vienna Benevento tornò alla Chiesa. Una sollevazione popolare nel 1860 segnò la fine del dominio pontificio sulla città che, con un plebiscito, scelse l’annessione al Regno d’Italia.
Benevento è stata decorata di medaglia d’oro al valore civile per il coraggioso comportamento della popolazione durante i tragici bombardamenti del 1943.